La calcolosi urinaria, è quanto mai una “pietra” miliare nella patologia urologica. Esistono già tra gli antichi greci i primi “chirurghi” che si sono cimentati con estrazioni di grossi calcoli urinari. Oggi e sempre di più, questa patologia è diventata frequentissima ed inoltre assai varia nelle sue manifestazioni. Ancor più variabili sono le implicazioni cliniche provocate da questi piccoli/grandi intrusi delle nostre vie urinarie; non di rado calcoli anche di pochissimi millimetri generano dolori e complicanze anche molto gravi; mentre calcoli anche di alcuni centimetri rimangono lì, senza minimamente recare alcun disturbo. In prima istanza è il medico curante a dover imbattersi con la gestione del paziente in colica renale, e riuscire quindi a risolvere o attenuare la sintomatologia. Ancor più frequentemente, l’insorgenza del dolore è talmente acuto e grave che si accede direttamente in Pronto Soccorso. Sede, numero, dimensioni ed eventuali complicanze provocate dal calcolo urinario, questi sono gli elementi che lo specialista dovrà valutare per pianificare il più corretto trattamento terapeutico, sia esso farmacologico che chirurgico. In ambito terapeutico l’innovazione tecnologica ha sicuramente raggiunto livelli un tempo inimmaginabili. Oggi il bisturi ha lasciato il posto alla litotrissia extracorporea, iniziata nel 1980 e tuttora soluzione efficace in casi selezionati e ad una serie di strumenti endoscopici di elevatissima TECNOLOGIA. La chirurgia endoscopica mini-invasiva nella calcolosi urinaria, oggi si avvale di apparecchi di dimensioni tali da risalire le vie urinarie e polverizzare calcoli di alcuni centimetri. Questo è ciò che il paziente ci chiede, rapidità ed efficacia nella risoluzione di un problema spesso così piccolo nelle dimensioni, ma così maledettamente capace di dolori che superano il limite della sopportazione.